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      Ma perchè mi ritrovai rinchiuso nelle stanze del mio Reverendo(332), per esser il loco, dove io stava, pertinente alla camera sua, non potei per quella sera far altra osservatione: e per altra occorrenza, con mio disgusto, l'istesso alli 11 mi fu vietato. Alli 12 ritrovai, come meglio potei(333), che detta apparenza si ritrovava apunto nell'equinottiale nel 237 grado, cominciando dalla sectione del p.° gr.° dell'[vedi figura ariete.gif] con l'equinottiale. La sera sequente non fu possibile osservarla. Alli 14 si era posta tra la stella della 3a magnitudine che sta nella man sinistra di Esculapio, e quell'altra più meridionale informe tra la zampa destra del Scorpione e le coscie d'Esculapio, in maniera che, essendo lei più occidentale di tutte dua le dette stelle, faceva con quelle un isoscele, del quale essendo la base la distanza tra le due stelle, la perpendiculare dalla cometa alla base era la terza parte di detta base. Alli 15 poi si era trasferita più meridionale, tanto che con il sito della sera antecedente formava una rombide: onde entrai in pensieri che lei alli 12 fosse stata non nel 237, ma nel 236 e meno, perchè questo mi correspondeva meglio a fare che il moto suo fusse per circolo massimo. Le altre sere sequenti si andava sempre facendo più meridionale, secondo la quantità delle prime, sin che, succedendo mutation di tempi, mi fu levata sì piacevol vista; et hora, che sono alli 24, per essersi già il Sole appressato et per esser a questo nostro sito opposto l'impedimento d'un monte, la sera non posso far altra osservazione.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710

   





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