Pagina (243/710)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il qual punto deve con molta circunspezione esser considerato da me. Sì che l'invito, Ill.mo mio Sig.re, è grande, et importa tutto 'l mio resto; onde a me conviene molto ben consultare, et considerare le due carte che ho in mano, delle quali la prima mi dice Tienlo, et la seconda Pensavi sopra. È pertanto necessario che io conferisca questo mio scrupolo con persona confidente et atta a rimuovermelo, la quale per tutti i rispetti non deve essere altri che V. S. Ill.ma Et però io la supplico, che deposta quella parte che è in lei di cortigiano, et ritenuta solamente la libertà et ingenuità cavaleresca, mi dichiari con la saldezza della punta dello stocco, et non mi adombri con la pieghevol penna, quanto io devo fare: perchè se mi dirà solamente: Vieni, chè così si vuole da i Padroni, tanto mi basterà; et lo scrivermi altramente saria un mettermi in maggior confusione di quella in che mi trovo di presente.
      Io la supplico a presso a non differir più di dirmi qualche cosa della ricevuta et della riuscita della calamita, perchè giuro a V. S. Ill.ma che la febre continua, che da 25 giorni in qua mi travaglia senza darmi un minimo intervallo libero, non mi affligge tanto, quanto il non sentire la satisfazion di S. A. S.ma; la quale se bene io non metto in dubbio o che S. A. l'habbia hauta o la sia per havere, essendo in effetto la pietra il triplo, et anco il quadruplo, pìù eccellente di quello che si dimandava, tuttavia il non sentir niente non passa senza mio grave dolore. Io vo insino ruminando col pensiero se mi potesse essere stato ascritto a grave mancamento il non haver consegnate le pietre et la cassetta al S. Residente, secondo l'ordine datomi da V. S. Ill.ma, ma inviatole solamente per il procaccio: onde per mia scusa è forza che io dica a V. S. Ill.ma, come essendo in Venezia li 3 primi giorni di Maggio, il terzo, che fu sabato et il dì di Santa Croce, fui continuamente attorno a due fabbri a farli lavorar contro a lor voglia, perchè era festa, a forza di danari, intorno a quelle due ancore; et sopraggiuntami la notte col lavoro anco imperfetto, mandai una poliza al S. Residente, dicendoli che dovevo consegnarli un lavoro non ancora perfetto, per inviarlo con quel procaccio a S. A. S., et domandandolo sino a che hora ci era tempo, avanti che il procaccio partisse.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710

   





Tienlo Pensavi Vieni Padroni S. Residente Venezia Santa Croce S. Residente