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      S. S. mi riscrisse, che ci era tempo sino a 4 hore di notte, ma che dubitava che quella sera non si saria potuto mandar niente, non vi essendo tempo di far bullette et essendo alcune nuove costituzioni de i Signori sopra i dazii: dal che compresi come S. S. haveva creduto che io fussi per consegnarli roba da gabella. Finalmente, havendo fatto lavorar sino alle 4 hore di notte, feci chiamare una gondola, la quale con difficultà si trovò, sì per esser l'hora tarda, come perchè il tempo era piovoso et oscurissimo; et ritrovandomi 2 grosse miglia lontano dalla casa del S. Residente, quel gondoliero borbottando mi condusse in Rio delle 2 Torri, dove habita detto signore: ma essendo il rio molto lungo, la notte oscurissima, et la pioggia grande, non fu mai possibile a ritrovar la porta del S. Residente, et a quante porte si picchiava, o non si haveva risposta, per essere ogn'uno a dormire, o se alcuno si levava, ne rispondeva con qualche villania. Andarvi per terra non potevo, per l'oscurità, per la pioggia et per gl'intrighi delle robe; talchè mi risolvetti a farmi vogare a casa il maestro de i procacci, dove al ricevitor delle lettere consegnai le 2 calamite fuori della cassetta, acciò le potesse mettere nella borsa delle lettere di Corte, et gli mostrai la commissione di V. S. Ill.ma et come quelle eran robe per S. A. Ser.ma Egli tolse in nota il tutto, et mi disse che io non mi pigliassi altro fastidio, che l'haverebbe inviato con quella sicurezza che si conveniva. Mi si potria dire che io dovevo indugiare a l'altro ordinario: et io l'haverei anco fatto; ma perchè mi trovavo haver ricevuti i danari, et consegnatili all'Ill.mo S. Sagredo, non volsi mettervi altra dilazione.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710

   





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