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      Ma non vorrei, da quanto ho sin qui detto, parere a V. S.(433) di haver pretensioni irragionevoli, come che io ambissi stipendii senza merito o servitù(434), perchè non è tale il mio pensiero. Anzi, quanto al merito, io mi trovo haver diverse inventioni, delle quali anco una sola, con l'incontrare in un principe grande che ne prenda diletto, può bastare(435) per cavarmi di bisogno in vita mia,mostrandomi l'esperienza, haver cose per avventura assai meno pregiabili apportato a i loro ritrovatori comodi grandi: et queste è stato sempre mio pensiero proporle, prima che ad altri, al mio Principe et Signore naturale, acciò sia in arbitrio di quello dispor di quelle et dell'inventore a suo beneplacito, et accettare, quando così gli piaccia, non solo la pietra, ma anco la miniera, essendo che io giornalmente ne vo trovando delle nuove; et molte più ne troverei, quando havessi più otio et più comodità di artefici, dell'opera(436) de quali mi potessi per diverse esperienze prevalere. Quanto poi al servizio cotidiano, io non aborrisco se non quella servitù meretricia di dover espor(437) le mie fatiche al prezzo arbitrario di ogni avventore; ma il servire qualche principe o signore grande, et chi da quello dependesse(438), non sarà mai da me aborrito, ma sì bene desiderato et ambito.
      Et perchè V. S. mi tocca alcuna cosa intorno all'utilità che io traggo qua, gli dico come il mio stipendio publico è fiorini 520, li quali tra non molti mesi, facendo la mia ricondotta, son come sicuro che si convertiranno(439) in tanti (; et questi gli posso largamente avanzare, ricevendo grand'aiuto(440), per il mantenimento della casa, dal tenere scolari et dal guadagno delle lezioni private, il quale è quanto voglio io.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710

   





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