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      Ha ricercato me che io ne richiegga lei; ed io, che sommamente desidero di servirlo, la prego quanto più posso caramente a farmi questa grazia. Ella è informata apieno delle qualità del Sig.r Buonamico, ed ha lunga sperienza di cotesto Studio, di modo che io spero che a lei sia agevole il contentarci; e quanto più lo spero, tanto più lo desidero, e ne la prego per quant'affezione ella porta a me, alla virtù, alla patria. E facendo fine con baciarle le mani e pregarle salute, la prego della sua grazia.
     
      Di Fir.e, addì 26 d'Ag.o 1609.
      Di V. S.
      Ser.e Aff.moAless.o Sertini.
     
      V. S. rispondendo invierà le lettereper i SS.ri Strozi indiritte a me.
     
      Fuori: Al molto Mag.co et Ecc.mo Sig.rGalileo [Gal]ilei, Sig.r mio Oss.mo, in
      Padova.
     
     
     
      230.
     
      GIO. BATTISTA DELLA PORTA a FEDERICO CESI in Roma.
      Napoli, 28 agosto 1609.
     
      Bibl. della R. Accad. dei Lincei in Roma. Mss. n.° 12 (già cod. Boncompagni 580), car. 326. - Autografa
      .
      .... Del secreto dell'occhiale l'ho visto, et è una coglionaria, et è presa dal mio libro 9 De refractione(476); e la scriverò , chè volendola far, V. E. ne harà pur piacere. È un cannelo di stagno di argento, lungo un palmo ad, grosso di tre diti di diametro, che ha nel capo [vedi figura 230.gif] a un occhiale convesso: vi è un altro canal del medesimo, di 4 diti lungo, che entra nel primo, et ha un concavo nella cima, saldato b, come il primo. Mirando con quel solo primo, se vedranno le cose lontane, vicine; ma perchè la vista non si fa nel catheto, paiono oscure et indistinte. Ponendovi dentro l'altro canal concavo, che fa il contrario effetto, se vedranno le cose chiare e dritte: e si entra e cava fuori, come un trombone, sinchè si aggiusti alla vista del riguardante, che tutte son varie.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710

   





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