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      Dela luna e dela strada Lattea so qual cosa, perchè io ci ho fatto qualche considerazione; e tengo che la luna sia un corpo che riceva l'esalazione e 'l vapore da altro luogo si elevi, e che in essa anchora si generi, sichè tal ora ella sia di esso scarichissima e tal ora ripienissima: e di ciò mi è argomento, che l'anno 1598 egli oscurorno pochi punti e le tenebre furno grandissime, e l'anno 1604 egli oscurorno molti punti e le tenebre furno piccole. V. S. mi potrà dire che quelle esalazioni e vapori eron nel'aria, e 'nterponendosi fra l'occhio nostro e la luna, nela luna ci apparivano(598). Rispondo a V. S., che ciò è vero che può essere, ma non perciò è men vera la mia oppinione, perchè ha una prova inreprensibile: perciochè la luna, congiungendosi diametralmente con qual si voglia stella, la oscura; niente di meno io ho veduto due volte congiungersi la luna e Venere, et essa Venere apparire nel mezzo del cerchio dela luna così chiaramente come se la luna non vi fussi stata, cosa che per l'ordinario si tiene impossibile; pure, havendovela veduta una volta io specialmente, ò possuto e posso credere agevolmente, ciò essere avvenuto per essere stata in quel tempo la luna scarichissima d'ogni esalazione e vapore. Questa osservazione e questo accidente è vero; e se V. S. non lo vuol credere a me, la lo creda a Giovan Villani(599), il quale nel quarto libro, al quindicesimo capitolo, versi cinque, dice: "Et in quel'anno si vidde la pianeta di Venus nel cerchio dela luna, cosa non mai più veduta". Ci sono molte altre verità da me osservate, le quali, per non esser tedioso e per non parer di far raccolta di paradossi, io mi taccio.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710

   





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