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      Il che non sarebbe per avventura impossibil cosa ch'avvenisse, anzi ce 'l potrebbe racconfermare quel modo d'illustratione che veggono le SS. VV., col qual si indorano prima le parti superiori, et poi le mezzane, et ultimamente le più basse; il qual modo non potendo essere se non quaggiù nelle parti della terra, alle quali apparisce il sole a poco a poco sensibilmente per lo moto diurno, e non nelle parti lunari, alle quali il sole o si mostra sempre intiero, o se pure se ne discosta, ciò fa con tardissimo et insensibil moto, ne segue quasi necessariamente che quelle parti così digradatamente illuminate siano più presto della terra, rappresentate nella luna, che nella luna stessa irraggiata dal sole. Ciò potrebbe venirne anche persuaso dall'ottima interpretatione data da V.S. alle voci pittagoriche d'antittona et antistrofa, poi che in questo modo sarebbe vera similitudine tra la luna e la terra, non di specie nè di analogia, ma di rappresentatione.
      Ma se ciò fosse vero, per qual ragione le macchie della luna, e quest'altre cose che in loro si scorgono, si dovranno vedere sempre nel mezo di lei, e non mai vicine alla circonferenza? poi che, se fossero immaggini de' corpi terreni, dovrebbero apparire ora in un luogo et hora in un altro del suo cerchio, conforme dove cadesse il punto della reflessione, il che s'osserva negli specchi. O forse la luna, per essere specchio convesso, rappresenta più facilmente l'imaggini nel mezo, che negli orli del globo suo? Ad ogni modo, comunque la cosa stia, quest'osservatione delle SS. VV. è degna d'altissima speculatione.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710