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      Detti la sua lettera al Sig.r Cav.re Enea Piccolomini, ma egli ancora non ha potuto far nulla, non ci essendo il libro nè l'occhiale, come ho detto; ma reputo che sarà stato meglio, venendo tutto reservato alla presenza et operatione di lei, che riuscirà tanto più mirabile et grata: et havendola Iddio privilegiata di questo singolarissimo discoprimento et dono, le somministra ancora tant'ingegnosa et giuditiosa et faconda eloquenza et espressione, che ottimamente rappresenterà al mondo tutto, et con la voce et con la penna, così stupenda gratia et osservatione, a gloria dell'eterno Fattore et a contentezza et utilità del mondo tutto. Et dovendo anche io rivederla, abbracciarla et servirla presto presentialmente, non soggiugnerò altro più con questa, senonchè, sicome il Ser.mo nostro Signore approva che questa notitia si sparga et che s'inviino a' principi gl'occhiali, che così anche aiuterà a fargli pervenir et ricevere con dignità et grandezza. Et alla S. V. bacio le mani. Et al Ser.mo mio Padrone ho allegato con quanto perpetuato grido si è immortalato il re Alfonso con le sue Tavole Alfonsine, et che molto maggiormente sarà fatto immortale S. A. et il suo nome dall'intitolatione, osservatione, teoriche et tavole, che si faranno dei quattro nuovamente scoperti pianeti.
     
      Di Pisa, li 30 di Marzo 1610.
      Di V. S. Ill.re et molto Ecc.eS.r Galileo Galilei.
      Ser.re Aff.moBelisario Vinta.
     
      Fuori: All'Ill.re et molto Ecc.te Sig.r mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
      Firenze.
     
     
     
      285.
     
      MARTINO HORKY a GIOVANNI KEPLER in Praga.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710

   





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