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      Io gli risposi, che conoscevo lei di natura tanto cortese, che quando havesse saputo la mente sua, gli ne haveria mandato uno senz'altro. Mi replicò ch'io dovessi scriverne a V. S., come faccio; e la prego di buon core a voler fare a me questo favore, dando così notabil gusto a questo Signore, la benignità del quale credo che sia benissimo conosciuta da lei per fama. Se V. S. vorrà dar questa sodisfatione al Sig.or Cardinale, e fare a me gratia singolarissima, si contenti di farmelo sapere, acciò io possi riferire a esso Signore quanto ella resterà contenta di voler fare in questo propposito. Et le bacio le mani.
      Di Roma, a dì 2 Luglio 1610.
      Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maSer.re Aff.mo
      Roberto Strozzi.
     
      Fuori: Al molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Oss.moIl Sig.r Dottor Galileo, a
      Padova.
     
     
     
      350*.
     
      PAOLO MARIA CITTADINI a GALILEO in Padova.
      Bologna, 3 luglio 1610.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VI, car. 61. - Autografa.
     
      Perillustri et Ecc.mo D. D. Galileo Galileo, Mathematicarum in almo Patavii Gymnasio publico Professori, ac amico suo maxime colendo.
      Ea est erga te, Vir Ecc.me, meae voluntatis propensio, ut ab ea die qua tecum, summa animi mei iucunditate, in thalamo Ecc.mi Magini sum allocutus, semper exarserim desiderio tuimet doctissima perfrui familiaritate; quapropter summopere precibus exoptare nunquam intermisi, ut Bononiam iterum accederes: hîc etenim non minima mentis meae aviditate expectaris. Faxit Deus ut in hoc compos sim desiderii, quo intus flagro.
      Optabam superioribus diebus ad te scribere, quo ego angar dolore, quod Martinus(793), iam famulus Ecc.mi Magini, quaedam absurda, erronea, mendis (hallucinari non credo) perturbata, in tui Medicea Sidera typis temere ausus est credere.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710

   





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