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      Sarà questa solo per far reverenza a V. S. Ill.ma, et significarli come per diverse occupazioni, et tra le altre per la gravissima et finalmente mortale infirmità del mio povero Alessandro(825), non sono potuto ancora andare a Venezia, dove anderò doman l'altro, et spedito di lì m'incaminerò a cotesta volta: ma prima gli scriverò ancora, et la supplicherò a impetrarmi da loro A. S.me una lettiga da Bologna a Firenze, sendomi impossibile il cavalcar per sì lunga et malagevole strada.
      Ho cominciato il dì 25 stante a rivedere Giove orientale mattutino, con la sua schiera de' Pianeti Medicei, et più ho scoperto un'altra stravagantissima meraviglia(826), la quale desidero che sia saputa da loro A.ze et da V. S., tenendola però occulta, sin che nell'opera che ristamperò sia da me publicata: ma ne ho voluto dar conto a loro A.ze Ser.me, acciò se altri l'incontrasse, sappine che niuno la ha osservata avanti di me; se ben tengo per fermo che niuno la vedrà se non dopo che ne l'haverò fatto avvertito. Questo è, che la stella di Saturno non è una sola, ma un composto di 3, le quali quasi si toccano, nè mai tra di loro si muovono o mutano; et sono poste in fila secondo la lunghezza del zodiaco, essendo quella di mezzo circa 3 volte maggiore delle altre 2 laterali: et stanno situate in questa forma [vedi figura 370.gif], sì come quanto prima farò vedere a loro A.ze, essendo in questo autunno per haver bellissima comodità di osservare le cose celesti con i pianeti tutti sopra l'orizzonte.
      Non occuperò più V. S. Ill.ma; et baciandoli con ogni reverenza le mani, la supplico ad inchinarsi humilmente in mio nome a loro A.ze Ser.me Il Signore la feliciti.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710

   





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