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      Et havendo ultimamente perfezionato un poco più il mio strumento, veggonsi i nuovi Pianeti così lucidi et distinti come le stelle della seconda grandezza con l'occhio naturale; sì che volendo io, 15 giorni sono, far prova quanto duravo a vedergli mentre si rischiarava l'aurora, erano già sparite tutte le stelle, eccetto la Canicola, et quelli ancora si vedevano benissimo con l'occhiale. Spariti dopo questi ancora, andai seguitando Giove per vedere parimente quanto durava a vedersi; et finalmente era il sole alto più di 15 gradi sopra l'orizonte, et pur Giove si vedeva distintissimo et grande, in modo che posso esser sicuro che seguitandolo col cannone, si saria veduto tutto 'l giorno.
      Ho voluto dar conto a V. S. M. R. di tutti questi particolari, acciò in lei cessi il dubbio, se però ve n'ha mai hauto, circa la verità del fatto; della quale, se non prima, li succederà accertarsi alla mia venuta costà, sendo io in speranza di dover venire in breve a trattenermi costà qualche giorno. Restami, per non tediarla più lungamente, il supplicarla a ripormi in quel luogo della sua grazia, il quale dalla sua cortesia et dalla conformità degli studii mi fu conceduto gran tempo fa, assicurandosi, niuna cosa essere in poter mio, della quale ella non possa con assoluta potestà disporre. Et con ogni reverenza baciandogli le mani, gli prego dal S. Dio felicità.
     
      Di Firenze, li 17 di 7bre 1610.
      Di V. S. M. R.
      Devotissimo Servitore
      Galileo Galilei.
     
     
     
      392*.
     
      FRANCESCO PINELLI a GALILEO in Firenze.
      Napoli, 17 settembre 1610.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710

   





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