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      Ma dove mi son lasciato trasportare, sapendo io che V. S. intende questo meglio, et è più atto a farlo, di me? Però, passando a quel ch'ella tocca rallegrandosi della mia sanità et ch'io sia in stato di seguitar le mie opere, come fo, la ringratio infinitamente dell'amor suo verso di me, ch'in ciò riluce; pregandola ad assicurarsi d'haverne da me degno contracambio, quanto però alla grandezza dell'affetto, non quanto alla qualità che prende dal soggetto ond'è prodotto, poi che tal ricompensa tanto non è in mia(907) mano, quanto il mutar l'esser proprio: sì che V. S. accetti per supplemento dell'impotenza la buona volontà.
      Pregola ancora a darmi occasione onde s'accresca in me l'allegrezza della fertilità del suo sublime ingegno, dandomi aviso s'ella séguita l'opera di quei moti et che altro pensa di fare; ch'io per me séguito la materia de pyramide, avendo già quasi rassettata quella de centro gravitatis solidorum in miglior forma di prima(908), discostandomi al solito dallo stile d'Archimede, et accresciuta sì, che m'è necessario partirla in 5 libri.
      Et per fine bacio a V. S. le mani, come ancor fa la S.ra Margherita(909), rendendole li saluti duplicati. Ella è predicatrice del gran valore di V. S., et s'apparechia a dare in luce la sua Scanderbeide, ridendosi anch'essa della guerra puerile che pur le fanno talhora gli homai rochi e sprezzati parlatori. Se V. S. costì vedesse il S.r Francesco Fondacio, mi farebbe gran favore a dirle da parte mia che S. S. si degni di darmi raguaglio del suo stato, e dirgli ch'io et la S.ra Margherita le baciamo le mani.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710

   





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