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      Il Sig.r Antonini(152) crede che noi siamo più fortunati di quello che siamo in fatti, poichè non sa la perdita c'habbiamo fatto della conversatione tanto pregiata e soave di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma; di cui il P. M.ro Paolo et io spesso faciamo rimembranza nei raggionamenti, e particolarmente nei giorni passati, havendo coll'occhiale pienamente osservato che Venere è di punto una luna, et quanto s'accosta al sole, tanto più s'assottiglia, et in somma fa precisamente come la luna, eccetto che li corni non sono tanto aguzzi, forsi per non essere tanto vicina quanto è necessario: che il núolo poi ci ha impedita la vista. Ma ella, c'ha fatte osservationi tanto più degne, haverà fatta esquisitamente anco questa.
      Io non mi posso satiare di essaltar l'inventore di questo strumento, che qua nelle nostri parti è stata V. S., a cui assolutamente si deve la lode d'haverci dato con arte certa il miglioramento, e da cui, in così honorato ocio, si deve aspettare la perfettione; come in altra scentia, tanto rara quanto incognita, si promettiamo di vedere, con stupore universale e sua comendatione, il tutto apparer insieme et inventato e perfetto: dico del moto, alla cui speculatione Dio e la natura l'ha fatta; et il bene comune mi sforza, come tante volte in raggionamenti così anco per lettere, dargline questo motto, sicuro che, come sino a questa età il mondo non l'ha saputo, se lei non ci mette la sua fortunata mano, possi stare altrotanto tempo senza uscire delle tenebre o mosse e starsene quasi moto imobile senza vita, che da lei aspetta.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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