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      Li rispose che l'aveva il Galilei, con l'aiuto del quale 4 giorni havanti aveva visto ottimamente cose lontanissime, et che li pareva uno strumento rarissimo. S. A. allora non disse altro, solo che credeva che non dovessi servir per la sua vista. Et perchè il Dottor Mermano à sempre mille negotii inportantissimi da trattar con S. A., da l'ora in qua non s'è più parlato d'occhiale, et ancora perchè S. A. sta il più del tempo fuori.
      Quello che volevo dirvi è, che il mio padron di casa, ch'è pittore del Duca Guglielmo et molto suo domestico, mi disse a questi giorni che si trovò presente quando S. A. ricevette l'occhiale; et per haver esso pittore visto più volte il mi[o], et per consequenza qualche poca di pratica, subito si messe a metterlo insieme; et senza star a guardar se i vetri erano netti, o vero aggiustar lo strumento, et più senza alcun sostegno, si messeno a guarda[r] fuori d'una finestra; et quello che aiutava questo bel maneggio, era un giorno(258) che fioccava la neve a più pottere: a tale che S. A. et il pittore si risolvettero a dire di non haver visto niente. Et io li dissi et mostrai tutte le circustanze che bisognava osservare in mettere in opera tale strumento. Io mi sono accorto che il Duca, non havendo potuto veder allora cosa alcuna, si inmagini che non sia strumento per i suoi occhi, et per questo non se ne curi nè ci pensi più. Ma io ò informato del tutto il S.r Mermani, il quale con comodità informerà S. A.; et crede che presto lo vorrà vedere, tanto più ch'ò fatto fare uno strumento da poter maneggiar con grandissima comodità il cannone, secondo che altre volte v'ò scritto(259).


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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