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      80, dove fu per la prima volta stampata. È molto probabile ch'essa sia stata mutilata da quegli editori: cfr. n.° 555 e la nota ivi.
     
      Molto Rev. Sig. mio,
     
      Ho veduto la risposta che le Paternità vostre danno all'Illustriss. Cardinale Belarmino(346); e mi piace ch'ella in particolare non approvi che la luna sia di superficie ineguale e montuosa, come crede e vorrebbe persuadere il Sig. Galileo. Quelle montuosità che appaiono nella luna, possono essere vere, perchè mostrano, dall'ombre(347) e lumi e dalle mutazioni di quelle, che siano reali e abbiano le dimensioni corporee, e non siano solo superficiali, come se dipinte fossero. Ma il punto consiste più della differenza tra me ed il Sig. Galileo, ch'egli tiene ch'elle siano nella superficie, a guisa della terra ch'è circondata dall'aria; ed io tengo ch'elle siano per entro quel corpo, e non nella superficie, perchè sono parti più dense, e il restante del corpo sia ripieno di parti più rare, sicchè sia tutto un corpo, con una sola superficie liscia e in niuna parte diseguale o dentata; ma perchè il senso viene in tanta distanza ingannato, non si vedendo quelle parti rare, perchè il sole non vi reflette con i suoi raggi, di qui è che quel corpo pare ineguale, e non polito e sferico, perchè non si termina la vista in quelle parti; siccome farebbe una gran palla di cristallo, dentro la quale fossero molte varietà di figure fatte di smalto bianco, ed esposta in alto lontana dai nostri occhi, che non parrerebbe tonda, non si vedendo le parti pure di quel cristallo, siccome non si vede la pioggia guardando verso il cielo.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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