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      Per misurar le quali, giudicai doversi prender la misura di tutto lo spatio visto per tale stromento, stando l'occhio fermo nel centro della lente cava; nel che fare, esporrolle il modo da me tenuto: nel quale s'io prendo errore, piacendole, per gratia sua, a farmene avvertito, le ne restarò obligatissimo.
      Nella distanza di venti tre passi ho posto un segno circolare, il quale sono ito tanto ampliando, che occupava tutto quello che l'occhio, così posto, puote vedere; comparata di poi la quantità del semidiametro di tal circolo con la quantità della distanza, e notata la proportione loro, ho ritruovato, per le tavole de i sini, corrispondere a tal semidiametro m. 4'. 18", poste nello stromento due lenti; postane una sola, il segno viene duplicato, e similmente l'angolo della visione, perciò che vi corrispondono m. 8'. 25" (condono la differenza all'operare): ho di poi mutata la distanza, e quella presa di trenta passi, e fatta la istessa operatione; con la lente sola ho ritrovato convenirgli m. 2 1/3, minore dell'altra un minuto e più; alle due pongo convenirgli la metà: dal che mi è parso di vedere, che quanto le distanze sono maggiori, tanto lo spatio compreso si vada variando, apparendo maggiori quelli che sono più vicini.
      Questo parmi che confermi una osservatione ch'io feci appunto per chiarirmi se lo spatio che si vede in una piciola distanza sia lo stesso che il veduto in una grandissima, come sarebbe nel cielo di Giove. Perciò che, havendo la luna dimidiata quasi nel meridiano, misurai il suo diametro con queste lenti, e vidi che le due lo misuravano cinque volte, et l'una sola due volte e mezo appunto: or essendo il diametro della luna dimidiata circa trenta minuti, se per le due lenti si divida tal quantità in cinque parti, gli converrebbono m. 6, et alla lente sola m. 12, quantità minori di quelle che competivano all'istesse nelle sopraposte brevissime distanze: là onde sarebbe ragionevole che lo stesso spatio nel cielo di Giove fusse molto minore.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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