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      Più, io non veggo che la inclinazione et appetito che hanno molti corpi naturali di terminarsi con figura sferica, derivi solamente da loro perfezione o purità: anzi pure vediamo, la terra et l'aqqua, corpi da i medesimi filosofi reputati impurissimi et imperfettissimi, in comparazione massime de i celesti, ridursi loro ancora sotto figura sferica, et ciò non per alcuna perfezione che sia in loro, ma solo per esser gravi et per cospirare tutte le loro parti ad un solo termine; et l'aqqua, che alla gravità aggiugne l'esser liquida et fluida, tanto più perfetta rotondità conseguisce, nè dalla sua mistione et impurità (arguita dalla salsedine) vien ella punto nella sua figurazione impedita; nè impedita saria quando anco ella fusse cento volte più impura, mista et imperfetta, purchè gli restasse il peso et la flussibilità. Resta parimente ambiguo se sia ben detto, i corpi celesti essere così puri, immisti et eccellenti in comparazione de i nostri elementari, perchè veramente questi et gl'altri attributi di inalterabili, ingenerabili, incorruttibili, impassibili etc.(452), concessigli da i filosofi, dependono tutti da un altro fonte et principio, che è l'haver loro soli da natura il muoversi di moto circolare; il che da Aristotile non è stato dimostrato, come io altrove(453) dichiaro: sì che se alcuno sosterrà che il movimento circolare competa non meno alla terra et a gl'altri elementi che a i corpi superiori, cessano tutte le ragioni di dover porre quella quinta essenza celeste, eterna et non generata(454), immortale e non caduca, impassibile, inalterabile etc., diversissima dalle nostre inferiori sustanze; et sarà dottrina non solo più salda, ma più conforme alla verità delle Sacre Lettere, che della creazione et mutabilità del cielo ci assicurano.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





Aristotile Sacre Lettere