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      Et che altro resterebb'ella che un immenso deserto infelice, voto di animali, di piante, di huomini, di città, di fabriche, pieno di silenzio(457) e di otio, senza moti, senza sensi, senza vite, senza intelletti, et in somma privo di tutti gl'ornamenti li quali così spettabile et vaga la rendono? Certo, che saria stato un discorso mirabile quello di colui, che mentre le aqque del diluvio havevano ingombrato tutta la nostra mole terrestre, adequando le cime de i più alti monti(458), si fosse posto a consigliare la natura che ella convertisse in ghiaccio o saldissimo cristallo tutta la aqqua, nè si lasciasse fuggire(459) sì oportuna occasione di perfezionare con una ben pulita et sferica superficie questo globo inferiore, rendendolo simile alla luna del Sig. Colombe(460). È vero che la luna saria corpo di figura sferica più perfetta se la superficie sua fusse liscia et non aspra; ma l'inferirne poi: "Adunque la luna, come corpo naturale, saria più perfetta" è una consequenza stravolta. Et chi sa che l'inegualità della superficie lunare non sia ordinata per mille e mille meraviglie, non intese nè intelligibili da noi, non imaginate nè imaginabili? Altrettanto grande quanto frequente mi pare l'errore di molti, i quali vogliono fare il loro sapere et intendere misura dell'intendere et sapere di Dio, sì che solo perfetto sia quello che loro intendono esser perfetto. Ma io, per l'opposito, osservo, altre perfezioni essere intese dalla natura che noi intendere non possiamo, anzi pure che più presto per imperfezioni giudicheremmo: come, per essempio, delle proporzioni che cascano tra le quantità, alcune ci paiano più perfette, alcune meno; più perfette, quelle che tra i numeri più cogniti si ritrovano, come la dupla, la tripla, la sesquialtera, etc.; meno perfette quelle che cascano tra' numeri più lontani e contra sè primi, come di 11 a 7, 17 a 13, 53 a 37, etc.; imperfettissime, quelle delle quantità incommensurabili, da noi inesplicabili et innominate: talchè quando ad un huomo fusse toccato a dovere a sua elezione stabilire et ordinare con perfette proporzioni le differenze de i prestantissimi movimenti delle celesti sfere, credo che senza dubbio gl'haverebbe moderati secondo le prime et più rationali proporzioni; ma all'incontro Iddio, senza riguardo alcuno delle nostre intese simmetrie(461), gli ha ordinati con proporzioni non solamente incommensurabili et irrazionali, ma totalmente impercettibili dal nostro intelletto.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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