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      In ultimo, lo intendere che V. S. per molte sue ragioni inchini a tale hipothesi più che ad ogn'altra, mi ha apportato grandissimo sodisfacimento, e messomi insieme grandissimo desiderio di veder quanto prima l'opera sua, nella quale spero di truovarci, oltra le fondate ragioni che la dimostrino, la rissolutione di un dubbio, il quale parrebbemi che dovesse esser rissoluto da quei che tengono tale hipothesi o simile, et è quello che mosse principalmente il S.r Thicone a partirsi da questa hipothesi: ciò è, che si siano vedute comete nell'opposito del sole, non tanto distanti, come le stelle fisse, che havessero ad esser libere dalle passioni de i tre superiori, e con tutto ciò non vi siano state soggette, com'ei dice nel primo libro dell'Epistole(498), fol. 149 (chè per non havere di questo auttore altro libro che questo, et il secondo della cometa del 77(499), non posso allegarlo in luogo dove più ex professo tratti di ciò); il che se fusse vero, come essere persuadono l'essatte sue osservationi, particolarmente nello essame delle parallassi, parmi che veramente restarebbe abbattuta, quando non si truovi modo di salvare le loro apparenze: il che se sia stato fatto, io non l'ho potuto risapere nè anche da alcuni che professano astronomia; ma gli scuso, per non tener essi tale opinione. Alla quale vedendo V. S. inchinevole, sto in speranza di havere a restar appagato intorno a dubbio così importante.
      Ho tenuto homai la penna troppo lungamente in mano, e temo che non le sia venuto anzi tedio che no di tante ciancie: ma in questi giorni estivi, il leggere tai leggierezze nell'hore del diporto arrecca anzi diletto che no.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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