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      ... Doppo questo, S. Maestà si rizzò e prese con molto gusto l'occhiale del Galilei, et andamo a una finestra; et quivi S. Maestà si messe fino inginocchioni in terra, per veder meglio la luna: lo lodò assai, e disse che era meglio dell'altro. Rizatasi in piedi, cominciò a passeggiar con me per il gabinetto, e si durò tanto, seben venne il Re e molti Signori, che fu più d'una grossa hora....
     
     
     
      572*.
     
      FEDERICO CESI a GALILEO in Firenze.
      Roma, 20 agosto 1611.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. VIII, car. 35. - Autografa la sottoscrizione.
     
      Molto Ill.re et molto Ecc.te S.re Oss.mo
     
      Il Sig.r Lagalla non m'ha per ancor mostro il restante della sua opera, e tutt'hoggi habbiamo in terzo, con il S.r Terentio(549), discorso sopra la sua opinione: dice ne scriverà a V. S. Non siamo stati però sin hora bastanti a rimoverlo dalla sferale perfettione Peripatetica. Il libro, che si stampa qui, solo ho potuto sapere esser pieno di tavole, di numeri, forse per i calcoli di Pianeti Medicei.
      Devo, per ogni buon rispetto, essortar V. S. a dar quanto prima in luce il supplemento del suo Nuntio Sydereo. Ella non ha ancor scritto cosa alcuna della cornuta Venere e del tripplice Saturno. Faccialo, per gratia, quanto prima, acciò i suoi figli non trovino qualche sfacciato padre che ardisca adottarseli; chè se bene ciò infelicemente gli riuscirebbe presso gl'huomini di giudicio, pure sarebbe con qualche applauso de gl'emuli et invidiosi della virtù.
      Sollecito il S.r Porta, et procuro di veder la lettera delle cose lunari(550).


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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