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      Per tanto io la prego a favorirmi di significarlami più particolarmente, et aggiungervi oltreacciò in quanto spatio di tempo ciascuna delle stelle compia suo orbe.
      Si aspetta poi con grandissimo desiderio, non che da me, ma da tutto 'l mondo, l'intiera teorica loro; per la qual cagione, ma più per rispetto di lei stessa, io fra tutti, come il S.r Luca sa, mi son preso grave dispiacere della sua passata infermità, e grande allegrezza ho sentita della ricuperata salute. Questa con ogni altro bene le prego dal Signor Iddio, anche per benefìcio publico. E sicome io non ho cosa ch'io non stimi dovuta al suo merito, così tengo un efficace volontà di adempire ciò che a me saria di debito, col servirla. Et a V. S. bacio affettuosamente le mani.
     
      Di Roma, li 9 di Settembre 1611.
     
      Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma
     
     
      [vedi figura 578.gif]S.r Galilei.
     
     
      Fuori: Al molto Ill. et Ecc.mo Sig.r mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
      Fiorenza.
     
     
     
      [579]*.
     
      MARGHERITA SARROCCHI a GALILEO [in Firenze].
      Roma, 10 settembre 1611.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIII, car. 10. - Autografi il poscritto e la sottoscrizione.
     
      Molto Ill.re Sig.re mio Col.mo
     
      Credo che già V. S. molto tempo fa habbia recivuto una delle mie in risposta alla sua gratissima. Hora io le torno a rescrivere, principalmente per farle di nuovo riverenza, desiderosa di sapere di sua salute et di suo stato, ma ancora per narrarle quanto m'occorre per conto di V. S. con questi SS. Perugini.
      Scrisse già un Padre Innocentio, frate di S.to Agostino, che sta in Perugia in S.ta Maria Novella, ad un mio servitore, che desiderava che io vedessi una sua certa natività, et insieme mi fece pregare, da parte dello Studio di Perugia, che io gli dicessi la mia opinione circa le nuove stelle ritrovate da V. S. Io le feci il piacere della natività, [et] egli ne fece chiedere un'altra d'una fanciulla, alla quale era succeduto un accidente maraviglioso; la cui madre, pensando haverla strangolata, la gettò in una chiavica, et la fanciulla fu poi sentita piangere, et pigliata se risanò benissimo, et vive.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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