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      Molto Ill.re et Ecc.mo S.r mio Oss.mo
     
      Io son debitore di rispondere a due lettere di V. S., una datami dal S.r Ciampoli(711), gentilissimo e quale V. S. me lo dipinge, et una havuta questa settimana, l'una e l'altra a me sommamente cara: quella prima, per havermi fatto pigliare amicitia e conoscenza di gentilhuomo così virtuoso e dotto; l'altra, per li molti particolari che s'è compiacciuta di darmi, de' quali ne stavo bramosissimo: onde dell'una e dell'altra ne rendo gratie infinite a V. S. D'una cosa mi son attristato in queste sue lettere, et è delle sue indispositioni. Prego la M.tà Divina a ritornarla nella pristina sua sanità, acciò possa con franchezza attendere a così nobili e nuove osservationi e farne parte al mondo, che ne sta con grandissima brama.
      Le giornate curte e l'occupationi molte non m'hanno ancora lasciato communicare quest'ultima lettera di V. S. con questi nostri amici, che so che goderanno straordinariamente: come essi l'habbiano veduta, ne farò anco parte al S.r Velsero, che so che è per sentire grandissimo gusto, poichè in ogni sua lettera mi fa sempre affettuosissima commemoratione di V. S. Horsù, attendi a star allegra, e pensi, se non prima, a primavera di lasciarsi vedere in questi nostri paesi, chè li prometto che ritornerà nel suo primiero vigore. Staremo intanto aspettando il Discorso(712) che ci promette; e se qui siamo buoni per servirla, ci commandi. Il Signor la feliciti e li doni queste sante Feste, con mille altre appresso, felicissime: e li bacio le mani, raccomandandoli l'inclusa di buon recapito.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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