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      Spero et desidero grandemente preste nove della sua sanità et felici studii.
      L'opra del S.r Lagalla(814) partorisce a V. S. molti difensori, e fa che molti, prima renitenti, hora, vedendo dal detto esser in vano fatto il possibile per toglier la scabrezza lunare, confessino quello prima negavano. Questi rumori però sono nella classe scolastica, et massime peripatetica, poi che i filosofi reali dal suo Nuncio in qua, o almeno dalla veduta telescopica, non si sono punto rimossi dalla certezza delle sue osservationi et evidenza dell'assertioni, et in essi non rimane se non desiderio ch'ella séguiti a scoprire. Il detto Lagalla desidera risposta, et mi pregava ne scrivessi a V. S. Credo nel volume epistolico(815), sia per haver sodisfatione a pieno.
      Il S.r Persio(816), che era tutto di V. S. fuor che nel'opinione di Copernico, passò, com'havrà inteso, a miglior vita, con disgusto di tutti, tanto più che molte settimane avanti, parlando con i nostri et intendendo parte delle cose Lincee, mostrò gran desiderio d'esservi annumerato, et ne trattò con loro, essendo io assente; onde, sapendo di che natura, nome et valore fosse, pensavo, datone conto, sodisfare, al ritorno, numerandolo tra' Lincei. Successe il caso; et egli sapendo in questa parte il nostro fine, di tener conto e promover le studiose fatighe et opre, non prima s'accomodò a morire, che per codicillo m'hebbe raccomandato le sue opre a vederle, et essendovi mancamento supplirle, et far che quanto prima si stampino. Hora li parenti, sapendo l'intention sua et l'affetto mostro verso noi, fanno istanza si faccia mention di lui, dove occorre, come Linceo.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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