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      Io n'ho havuto grandissimo diletto, poichè vi ho imparato molto, et affermo che la materia non si poteva trattare con più soda sottigliezza e diligenza per giungere all'individuo della verità; e certamente alcuni di questi amici si sono in su le prime opposti con grande ardore ad alcune determinationi ch'ella va facendo; ma in fine, vinti dalle pruove matematiche e dalle sperienze che V. S. va producendo, si sono renduti, confessando essersi da lei trovato e detto quanto si poteva. Altri hanno creduto di poter trovare diversa ragione dello stare a galla di alcuni solidi che, più gravi in ispetie dell'acqua, vanno a fondo; ma fin hora non hanno recata cosa che vaglia, nè credo l'apporterranno. Mi fu detto che 'l Lagalla pensava di scrivere in contrario: non so se sia vero, e se vorrà acquistarsi la medesima lode che fece nello scrivere delle macchie lunari. Intanto, se gli avversari della quistione risponderanno, mi farà V. S. spetiale favore a farmi vedere la risposta: ma parmi ch'ella habbia per modo messa la falce alla radice del dubbio, che non possa germogliare di leggieri.
      Mi è giunta la terza lettera di V. S. delli 25 col foglio delle costitutioni delle Medicee, le quali anderò vedendo ogni sera, purchè l'aria serena il permetta, con mio gran piacere; e perchè con la dichiaratione del moto loro, posta all'incontro, ho facilmente riconosciuto di quali orbi elle sieno stelle, tanto maggior diletto ne prenderò: anzi se Giove non fosse così vicino all'occultarsi, tenterei di formare delle costitutioni per altro tempo futuro, per avvedermi tanto più della difficoltà dell'opera, e riconoscere lo studio di V. S. nel determinarle così per appunto.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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