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      Se poi queste cose che di nuovo si scorgono in cielo, dimostrino questa corruttibilità, ricerca longa consideratione, sì perchè il cielo essendo da noi sì distante, è difficile affermare di lui cosa di certo senza longhe osservatione, sì anco perchè se è corruttibile, bisogna habbi determinate cause di queste mutatione, quale a certi et determinati tempi si debbino vedere, nè salvare si possino senza che il cielo patisca corruttione, come facilmente alcuni pensaranno potersi salvare le macchie che si vedono nel sole con il moto de alcune stelle che sotto de lui se aggirino. Queste ragione, et altre molte, penso siino state da V. S. molto ben considerate et essaminate; et però aspetto haver da lei più longa dechiaratione delle sue osservatione et ragione.
      Quanto poi al moto della terra et del sole, si trova che de due moti della terra puol essere questione: l'uno de' quali è retto, et fassi dalla mutatione del centro della gravità; et chi ponesse tal moto, non dirrebbe cosa alcuna contro la Scrittura, perchè questo è moto accidentario alla terra: et così la notò Lorino sopra il primo recto (sic) dell'Ecclesiastico (sic)(947). L'altro moto è circolare, sì che il cielo stii fermo et a noi appare moversi per il moto della terra, come a' naviganti appare moversi il lido; et questa fu opinione di Pittagorici, seguitata poi dal Copernico(948), dal Calcagnino et altri, et questa pare meno conforme alla Scrittura: perchè, se bene quei luoghi dove se dice che la terra stii stabile et ferma, si possono intendere della perpetuità della terra, come notò Lorino nel luogo citato, nondimeno dove si dice che il sole giri et i cieli si movono, non puole havere altra interpretatione la Scrittura, se non che parli conforme al comun modo del volgo; il qual modo d'interpretare, senza gran necessità non non si deve ammettere.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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