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      Il S.r Galilei vol che stampiamo in Roma le lettere et discorsi scritti al S.r Velsero, dando principio al volume epistolico delle novità celesti(958), di maniera che bisogna che pensiamo che ci porremo noi del nostro, et che scriviamo qualche cosa....
     
     
     
      726**.
     
      GIULIO CESARE LAGALLA a [GALILEO in Firenze].
      Roma, 8 luglio 1612.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. VIII, car. 125-127. - Autografa.
     
      Molto Ill.re et Ecc.mo S.r mio Padron Oss.mo
     
      La cortesissima di V. S. molto Ill.re ho ricevuta molti dì sono, assieme col libro, e mi scusi di cossì tarda risposta per occasione de indispositione et anche per avidità di legere il libro, ben che picciolo di mole, grande però di momento, a guisa de' gravi in specie, e per ciò di non cossì presta digestione, quantunque felicissimamente sia stata da V. S. masticata e facilitata alla intelligenza ogni difficoltà. Ringratio V. S. infinitamente, sì perchè mi tien vivo nella sua memoria, cosa da me tanto stimata, sì anche per havere inparato tanto dal suo dottissimo trattato; intorno al quale per hora dirò confusamente alcuna cosa, quantunque mi riserbi il luogho di altra scrittura, più consideratamente fatta.
      Che le cose che vanno al fondo, habiano tal moto dalla magior graveza in specie rispetto al mezo nel qual si moveno, e questa sia la causa immediata del descendere e non altra, lo ho per verità irrefragabile; ma ritrovo che Aristotele ha scrito l'istesso, nell'ultima somma, nel capitolo 2 del 4 del Cielo, da V. S. ben considerato(959), cioè nel testo 28, 29 et 30: nel qual conchiude che le cose o misti che han predominio di terra, vanno sempre a fondo nelle acque, e quelle che han predominio d'aria soprastanno nell'acque, come anche quelle che hanno predominio d'acqua si affondano nell'aria, o per dir meglio vanno in giù. Dalla qual doctrina si scioglie la prima questione, occasione del tractato, ciò è perchè il giaccio vadi a galla nell'acqua: e la causa è, perchè nell'acqua non va a fondo l'altra acqua, essendo di equal gravità, tal che il giaccio, essendo acqua, benchè congelata, non andarà a fondo.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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