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      Le cortesie, che tuttavia ricevo da V. S. Ecc.ma, mi hanno fatto uscir della penna il sonetto che hora le invio(1137), il quale, benchè sia molto inferiore al gran merito suo, spero nondimeno che sarà gradito da lei, come testimonio dell'amore e riverenza grande che io le porto; alla quale se in me si pareggiasse il talento poetico, non haverebbe ella da invidiare a quei più famosi dell'antichità, la quale fu non pur cortese, ma prodiga, delle lodi degli huomini valorosi, dove la nostra misera età si può dire più che avara, perchè, havendo tutti i suoi pensieri fitti nella terra, poco mostra di curarsi del cielo e de i nobilissimi segreti di lui. Ma non potrà però l'invidia presente, nè il tempo futuro, oscurare punto il nome di V. S. Ecc.ma, il quale, per lo gran valore di lei, passerà chiarissimo a i secoli che succederanno. Che sarà il fine, con baciare a V. S. Ecc.ma con ogni affetto la mano, et pregarle dal Signor Dio quanto a sè medesima può disiderare.
     
      Di Pad.va, li 23 di Novembre 1612.
      Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maSer.re Deditiss.o
      Martino Sandelli.
     
      Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo mio S.re Oss.moIl S.r Galileo Galilei, a
      Fiorenza.
     
     
     
      803*.
     
      FEDERICO CESI a GALILEO in Firenze.
      Roma, 24 novembre 1612.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. VIII, car. 180b e 180a.- Autografa.
     
      Molt'Ill.re e molto Ecc.te Sig.r mio Oss.mo
     
      Ho riceuta la sua, con la mutation di quel luogo che credo bastarà; e, per poterle rescriver a tempo, l'ho già data al revisore. Lunedì si comincia a tirare i fogli, havendo il primo verso, Regnum etc.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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