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      Fir. Mss. Gal., P. I, T. IX, car. 66. - Copia di mano sincrona. A car. 67t. si legge, di mano di GALILEO: "S. Ciampoli: parla del Papazzone".
     
      Vengo alla terza parte della sua lettera. In verità che io sento disgusto più che ordinario dell'essersi divolgata quella mia che ella intende(1193), non havendola io scritta ad altri che a lei, e, se ben mi ricordo, accennando pur nel fine che io la scrivevo per cautela, in occasione che il buon filosofo Peripatetico havesse mai fatto, avanti a cotesti Ser.mi Principi, simili escandescenze. Supplico V. S., dove ella vede il bisogno, a favorirmi in ciò, che intention mia non è stata d'offendere alcuno. E chi è tanto severo poi, che in un caso simile, occorsomi fuor d'espettatione e giusto anco, come lo scrissi, scrivendo a un Padrone tanto confidente(1194), non voglia che, in un particolare dove ho havuto cagion di disgusto, possa, narrandolo ad un solo, inserir qualche facetia? Ma in fatti nelle lettere non si scrive mai tanto cauto che basti. Quel ch'io possa fare, ella è che nell'occasione presente lo scorgerà meglio di me; e non gli manca benignità et affetto da favorirmi. Intenderò volentieri ogni particolarità, e se pervenne ad Iovis aures e che se ne disse. Dubito non esser a tempo alla posta, però finisco: sabato scriverò più a lungo. A Monsig.r Dini fo reverenza, com'anco al S.r suo nipote; e a tutti gl'amici di cuore mi raccomando. N. S. la feliciti.
     
     
     
      822**
     
      BENEDETTO CASTELLI a [GALILEO alle Selve].
      Firenze, [1612?].
     
      Bibl. Naz. Fir.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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