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      Mss. Gal., P. III, T. V, car. 18. - Autografa.
     
      Molto Ill.re ed Ecc.mo Sig.r mio,
     
      Dal S.r Cosmo Ridolfi mi fu ordinato, per parte di V. S., che facessi le osservazioni de' Pianeti Medicei alle 6 e 13 hore. Le ho fatte e notate, al solito mio intendendo delle hore di Piazza; ed in tutte dua apparisce una congionzione del maggiore con un altro: ma io non so se sia il medesimo in tutte dua; sospetto però che sia diverso. Nella prima osservazione viddi una stella da donare al Welsero, come ho notato. Non posso esser più longo: bacio le mani a V. S., e fo riverenza all'Ill.mo Sig.r F.(1195)
     
      Di Badia, hoggi giovedì.
     
      [vedi figura 822.gif]
     
      Di V. S. molto Ill.reOblig.mo Ser.re e Disc.lo
      D. Benedetto Castelli.
     
     
     
      823*.
     
      RAFFAELLO GUALTEROTTI a GALILEO in Firenze.
      [Firenze, 1612?].
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIV, car. 13. - Autografa.
     
      Molto Mag.co Mess. Galileo,
     
      Il non havere io da molti anni in qua adoperato quelle particolari parole che ai filosofanti pare che convengano, potrà torre molto di autorità al vero ch'io dirò; pure non vo' mancare di replicare più pesatamente quello che brevemente e in fretta io havessi detto, e seguo così:
      Che se il moto naturale è quello che in sè ha la cagione che lo muove al suo termine, così come il moto al'ingiù harà per termine il centro, così il moto al'insù harà per termine la circonferenza: e sicome il grave tendente al centro allora si fermerà che egli troverrà contrasto (benchè non giunto al centro), così quello che sarà più leggiero si discosterà verso la circonferenza, et allora giungerà al suo termine che egli riscontrerrà una cosa di sè più leggieri: e se ogni corpo che pesi più del'aqqua tanto più tende al centro, così ogni corpo che sia più leggiero li soprastarà, e di grado in grado li soprastarà tanto, quanto sarà la sua leggerezza, e la soprastanza sarà il suo termine, perchè d'un legno gravetto non è centro il centro del'aqqua, ma una lontananza dalla sua superficie, corispondente alla gravezza propria verso di quella del'aqqua; e questo è vero rispetto al patiente, non al'agente(1196), et a questi bassi corpi elementari sino al corpo lunare, ove si comincia un altro mondo: che per altra strada tanto è vero che non sia se non il moto al'ingiù, quanto è vero che non è se non un solo superiore motore di tutti i moti sino al centro inmobile.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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