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      Ma questo sia tocco per evitare l'omonimia, la quale da quel nome potrebbe nascere.
      Ma per ritornare al proposito nostro, dico che le ragioni nostre sono contro di tale opinione: la egualità del moto che ritengono a passare detta superficie solare; la distanza che osservano fra di loro, se non quanto può svariare la rappresentazione et figura globosa, vista dall'occhio come figura piana; la quantità delli angoli fra di loro con il moto regolato dell'una et dell'altra; il cambiamento certo et eguale che accade di luogo nel levar del sole et nel'andar sotto, fuora che in parte contraria con quello del mezzo dì: le quali cose sono minutissimamente state considerate da noi; a questo potendo aggiugnere le determinate apparizioni secondo la diversità della declinazione dell'ecliptica nella superficie solare, perchè altri sono gl'angoli che osservano nell'equinozii con la linea perpendicolare imaginata nel sole et parallela alla nostra vista, altri ne i solstizi, et ancora differenti da loro di parte, poichè quell'angolo che in un solstizio sarà considerato in una delle quarte della superficie solare, sarà nella quarta opposta: di modo che tutte queste osservazioni ci confermono, tali corpi non generarsi o disfarsi intorno al detto corpo solare.
      Quanto poi a quello che contro la nostra opinione si potrebbe opporre, ciò è la quantità varia delle macchie et le molte qualità che si riconoscono in quelle, a tutte queste cose satisfacciamo con tre demostrazioni, nelle quali si dimostra che, circa la quantità discreta delle dette macchie, questo può accadere per cagione della figura globosa del sole, compresa dall'occhio in figura piana; l'altre due servono per dimostrare tutte le varie qualità che circa esse si riconoscono.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834