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      Alla prima congiunghiamo una causa physica, tirata dalla essenza del sole: del che per adesso non harà altra cognizione, perchè desideriamo cagionare in lei et negli altri curiosi la medesima voglia che in noi hanno prodotto; la quale se la riconosceremo(1322), ci sforzeremo di contentarli, come desideriamo esser contentati della nostra curiosità, sopra della quale non possiamo fare congetture nessune, si non quelle che possono farsi da' ciechi de i colori.
      Quanto poi alla disputa tra il Sig.re Colombo et Galileo, ne sentirà con il tempo etiamdio la nostra opinione, la quale è molto diversa da tutti coloro che hanno imbrattato fogli in difesa d'Aristotile et fatto perder molto tempo in legger le loro ciancie, et principalmente del Sig.r Colombo, il quale, come il più principale mantenito[re], è uscito l'ultimo nell'arringhe con più fasto et pompa che valore o forza, non ci essendo stato di tutti a tre, ciò è del'Incognito, del Corresio et del Colombo (perchè non m'è stato mandato che queste tre operette), che la sola del'Incognito, primo mantenitore, che possa farsene qualche conto; la quale opinione non è mia, perchè non ho letto nè l'una nè l'altra, non havendo potuto, essendo(1323) stato costretto sempre prestarle, ma di questi valenthuomini et de' più pregiati di questa città, i quali, per dar la lode a chi la merita, fanno molto stima del libretto dal Galileo stampato: fra' quali è uno, fra l'altri, chiamato il Sig.re Aleomo(1324), discepolo di quel grande Vietaeo, il quale non cede troppo al suo maestro, che è pensionario et delli Stati di Fiandra et della Maestà Christianissima del Re di Francia.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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