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      Però parrebbe necessario, alli disgusti che per occasione sì frivola per l'avenire, crescendo la Compagnia di numero, potrebbero nascere, opporre nel principio un simile antidoto. Mi sarà carissimo, V. S. vi pensi un poco meco, et anco se potesse haversi miglior voce e più propria e dolce che quella di Chiarezza(1380), che corrispondesse però a studii, e potesse piace[re] e darsi e riceversi indifferentemente a signori e nobili e filosofi privati.
      Altro per hora non m'occorre. Prego il Signor Dio, le conceda la sanità et ogni contento, e bacio a V. S. con ogni affetto di core le mani.
     
      Di Monticelli, li 30 di Maggio 1613.
      Di V. S. molt'Ill.re e molto Ecc.te
     
      Habbiamo dal principio pensato che li religiosi astretti a clausura, per l'impedimenti della regola, non potevano esser de' nostri, e credo ne discorsi in Roma con V. S. Voleva il P. Tomaso Carafa, personaggio di molte lettere e spirito, fratello del Mar.se d'Anzi, esser de' nostri; e fu risposto al Porta, che non era possibile per il detto impedimento. Il Terentio pure, quando si fece Gesuita(1381), il giorno avanti riportò il simbolo. Presto potrò mandare a V. S. un sbozzo, che ho fatto, della norma(1382) da osservarsi, ove nelle hore (se n'haverà) disoccupate potrà considerare il tutto, e questo particolare ancora; e mi dirà in tutto il suo parere, al quale io sempre mi riferirò.
     
     
      Aff.mo per ser.la sempreFed.co Cesi Linc.o P.
     
      Fuori, d'altra mano: Al molto Ill.re et molto Ecc.te S.or mio Oss.moIl S.or Galileo Galilei.
      Fiorenza.
     
     
     
      884**.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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