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      Pur troppo è vero che quel giovane che gli comparve è mio nipote; ma non meritava egli d'esser aiutato da lei, perchè s'è portato tanto male meco, che non ho occasione di farne più un conto al mondo. Non so che dirle in poche parole, se non ch'egli è stato il contrapeso di tutte le mie felicità, non havendo mai cessato di travagliarmi et danneggiarmi in tutte le maniere; et per lui non mi ritrovo haver fatto fondamento reale in Bologna per sostentamento della mia figliolanza, perchè sempre m'ha convenuto sovenirlo et anco ripararlo da qualche gran sciagura, pagandogli debiti fatti in mille mali modi. Finalmente poi, havendo giocato ciò ch'egli haveva, et indebitatosi gravemente et fatte dell'altre sconvenevolezze, ha bisognato che si levi di Bologna, se non voleva capitare in una galera per il manco, havendomi necessitato di ricorrere dall'Ill.mo S.or Cardinale Legato(1402) per riparare a certe furberie fattomi, perchè, non contento d'havermi cavati molti denari di mano et fatte per me pagare alcune polizze duplicate, m'ha rubbato sin dei libri dello studio et alcuni strumenti, sì che io gli ho poi voluti da chi li haveva comprati senza rimborsare loro cosa alcuna, ch'è stato poi il rimedio di farmelo levare da torno: et s'io sapevo ch'egli s'incaminasse a Firenze, scrivevo et a lei et ad altri, acciò che comparendogli davanti, se lo scacciassero, sì come ho fatto a Padova et Venetia, ove credevo che si dovesse inviare. Mi scrive egli una lettera di Montepiano delli 8 di questo, dove diceva d'esser con la soldatesca dell'Ecc.mo S.re Don Francesco(1403), ch'a punto le mando a vedere; et, perdonimi Dio, desiderarei che, se è vero ch'egli ci sia, che gli toccasse d'andare nelle prime et più pericolose fattioni, acciò che si levi dal mondo questo ribaldo, con tutto ch'io herediti da lui tre figliuolini, et che non cessino per me i travagli: se però non ci è pericolo che, morendo, egli mi possa più travagliare, chè per un pezzo temerò sempre ch'egli mi comparisca davanti in ombra; tanto abhorisco la sua memoria, per tanta ingratitudine et indiscretione usata verso me, mostrando anco impietà verso i suoi figliuolini.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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