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      Questo fu l'instrumento che vidde et esperimentò il Sig.r Danielle, di cui egli ne fece molte maraveglie et tanto conto, che ne volle dar il sentore a V. S., come de' ricordarsi(1438): et fece giudicio, come prima havevo fatto io et un amico, che il suono si riducesse ad un terzo della distanza et meno, salve le altre sue differenze. Si fece poi una lunga et continua vacanza, senza più potervi pensare, et a pena già alquante settimane, ai conforti di V. S., ripigliai la speculazione.
      Prima donque fabricai un cono alto il doppio del sudetto, con sei girate spirali, et più aperto forse otto o dieci gradi, per poter far gli esperimenti in più grande et far riuscir più sensibili le differenze. Et fattone un altro eguale a questo, in luoco delle spire, che erano alquanto difficili da lavorare, vi ho messo dentro sei altri coni successivamente più piccioli, in modo che stavano l'un l'altro separati; il qual modo parve che mi riuscisse più tosto migliore del primo, che altrimenti. Ne feci poi anco un semplice della stessa misura, che senza altra difficultà parea a me che giovasse molto meno degli altri. Ma desideroso di conoscer più minutamente queste differenze, applicatovi un poco l'animo, ho trovato poi modo assai esquisito di misurare queste minutie: il quale mi ha dato a vedere quanto sia lontano il giudicio che si fa superficialmente delle cose, benchè si facci con considerazione, da quello che profondamente si interna nell'intimo dell'esser loro. In somma io sono uscito primieramente di un error grande, nel quale era caduto insieme con gli altri: et questo è che il cono che ci pareva che riducesse il suono ad un terzo solamente della distanza, non ariva nè anco a due terzi; et l'altro maggiore, che parea facesse vicinissimo, medesimamente si è conosciuto che in vero non fa più della metà, et il soprapiù è una falsa alchimia di bucinamento, indegna et inutile del tutto che doveva ben io haverne indicio da quello ch'io mi ricordo haver anco scritto a V. S., che, nel sentire a leggere, l'articolazione non rispondeva alla vicinanza che parea fosse nel suono.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





Danielle