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      Dal P.re D. Benedetto matematico mi fu presentata la lettera di V. S., con la supplica(148), segnata da S. A., del pagamento da farsele di 500 S.di del semestre da finirsi per tutto 8bre prossimo futuro: e perchè queste gratie di prestanze S. A. non le suol mai fare senza haverne sicurtà della sopravivenza e continuatione nel servitio, e nel rescritto si dice ch'il Proveditore dello Studio ne dia gl'ordini oportuni, però per maggior ispeditione ho fatto il mandato delli denari per lei al sudetto Padre, ma con parola ferma di non presentarli a V. S. senza participar prima al S.or Auditore Bardini, al quale ne scrivo, acciochè appresso di lui V. S. ne possa far dare costà in Fiorenza la sicurtà oportuna, quando non disponesse altrimenti S. A. Ella può vedere intanto come io ho fatto quanto ho potuto perchè resti servita. E baciando a V. S. le mani, le prego dal Signore Dio ogni felicità.
     
      Di Pisa, li 17 di Giugno 1614.
      Di V. S. Ill. et Ecc.maAl S.r Galileo Galilei.
      Aff.mo per ser.laArturo d'Elci Prov.re
     
      Fuori: All'Ill. et Ecc.mo S.or mio Oss.moIl Sig.or Galileo Galilei, p.o Mat.co e Filos.o di S. A.
      Fiorenza.
     
     
     
      1020*.
     
      FABIO COLONNA a GALILEO in Firenze.
      Napoli, 19 giugno 1614.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. IX, car. 168. - Autografa.
     
      Molt'Ill.e Sig.r mio Oss.mo
     
      Non può credere V. S. quanto dispiacere habbiamo non solo io in particolare, ma tutti, cioè il S.r Porta et Stegliola, d'intendere che V. S. stia inferma: et certo che se io potesse, con prenderla in me, levarla a V. S. questa febre, lo farei volentieri; così meritano le sue virtù et qualità. Et tanto più me se accresce il desiderio della salute di V. S., quanto che, havendomi favorito delle costitutioni(149) da lei fatte delle sue Pianete Medicee, essendomi pervenute a' 18 del stante, trovo che esquisitissimamente(150) V. S. ha calcolato et designato le dette Pianete, conforme io qui havea osservato il giorno 15, 16 et 17; et hiersera osservai il 18, che, a mio giuditio, ad un'hora di notte non differì in altro se non che le due prossime a Giove non erano più distante d'un diametro da Giove, et altro tanto l'altra da quella, et le due congiunte, cioè la grande et la piccola, erano distante, al mio parere, cinque diametri dalla circonferenza di Giove, conforme stavano disegnate: solo la seconda, vicino Giove, era un poco più lontano disegnata, che forsi sarà stato scorso di penna.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





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