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      Et certo che pare ad ogni uno cosa incredibile che V. S. tanto ben habbi aggiustato li lor periodi, che non così giusti son fatti quelli delle pianete maggiori, conosciute da tante migliaia de anni. Però tanto più, conoscendo li meriti di V. S., che ha illustrato il mondo di così rare novità, consistenti et solide, non, come altri fanno, più in voce che in fatti, che però devo più amarla et riverirla et desiderarle ogni bene: et però prego N. S. per la sua salute et lunga vita, per beneficio del mondo, acciò le apra in tutto et per tutto il cielo, et resti a' posteri la verità delle cose. Intanto ringratio infinitamente V. S. del favore fattomi, del quale ne le resto obligatissimo; et procurerò che alcuni amici ne habbino relatione et invidia, et che anco loro ammirino la sua scientia et le diano il trofeo che merita.
      Et perchè hiersera ancora volsi osservar quella parte così lucida nella luna, che a punto se trovava nell'extremo illuminato, trovai che se ritrovava più dentro dell'altro corpo meno lucido, et pur lei era lucidissima più che altra in tutto il resto della luna; di modo che non è riuscito come pensava io, che l'havessi a ritrovar distante dal resto, come appareno le altre eminentie et seni più lucidi, et particolarmente quel a lei superiore, che par come un manico di bocale o pignata(151), quando in quello giunge la prima volta il lume del sole, avanti cresca più la luna. Ho voluto raccontarlo a V. S., acciò me insegnasse, con tal occasione, che vol dire che alla prima crescenza della luna falcata se vede il resto del globo lunare et poi non si vede, dovendosi forsi, per star più lontano dal sole et opposto, meglio vedere, ricevendo più luce secondaria dall'ambiente, et pure perchè, essendo corpo più denso del cielo ambiente, non pare quella densità in qualche modo più oscura del cielo.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687