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      Ho participato all'Ecc.mo S.r Principe Cesis le medesime constitutioni, come mi comandava; et il S.r Duca, suo padre, è molto affettionato alla nostra Congregatione, et il S.r Cardinale(172) è stato molti anni titolare d'una delle nostre chiese che habbiamo in Roma, che fu la prima che havessimo, alla qual poi è successo il Ser.mo di Mantova(173). Scrivendomi, può mandar le lettere sotto il detto S.r Principe.
      Non havevo veduto quel suo trattato di lettere(174), ma ora le darò una lettura. Già V. S. sa quanto mi gustino le cose sue; e veramente quel trattato De insidentibus(175) a me è piaciuto estraordinariamente. Mi meraviglio bene che non sii stato a quest'ora ristampato in lingua latina, per l'oltramontani.
      Intorno a quei libri di Apollonio che in Arabico restorno di Gio. Batta Rajmondo(176), sentii dopoi che erano quivi in mano al S.r Nicolini(177) (s'io non faccio errore), agente di S. A. S., e che facilmente sariano transferiti costì. In effetto saria dignissima fatica il darli in luce: per ciò V. S. non si ritiri dall'impresa, che a nissuno altro riuscirà nè più facilmente nè più felicemente per l'intelligenza e per la commodità. Oltra li quattro de conis, vi sono de compositione et resolutione, de spacii sectione, et altri fragmenti, che, per esser d'Apollonio, non ponno esser che acuti et desiderabili. Senza la sua protectione et diligenza non spero di vedergli in luce; et se altri vanno con il radio smovendo qualche scintilla delle ceneri di quel valenthuomo, V. S. potrà dargli la vita in integrum.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





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