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      Tuttavia mi parerebbe ricever sollevamento a darlo a V. S. Ecc.ma, perchè, col presentarlo ad alcuna persona curiosa che l'havesse caro, mi liberasse dalla seccagine di tanti che me l'han richiesto, et insieme m'assicurasse di non ricever disgusto, caso che lo vedessi morto di fame per mancamento di chi ha cura del suo governo. In fatti restarò obligato a V. S. Ecc.ma che mi liberi da questa bestiola, sì come prego il Signor Dio che liberi V. S. Ecc.ma da quelle tante bestiazze che continuamente la travagliano, e che, scrivendomi spesso, mi assicuri che la loro diabolica natura non vaglia per impedir la memoria di quelli che l'amano. Et per fine le bacio la mano.
     
      In Ven.a, a 23 Ap.le 1616.
      Di V. S. Ecc.maTutto suo
      G. F. Sag.
     
     
     
      1199*.
     
      PIERO GUICCIARDINI a CURZIO PICCHENA in Firenze.
      Roma, 13 maggio 1616.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. II, car. 5. - Autografa la sottoscrizione. Il secondo foglio della lettera, con la sottoscrizione, è nella filza Medicea 3331 dell'Arch. di Stato in Firenze.
     
      .... Strano e scandoloso lavoro è quello che si è fatto nella lunga dimora che ha tenuto il Galileo al Giardino(552) in compagnia e sotto il governo di Annibale Primi, il quale è stato licenziato dal Sig.r Cardinale(553); et il Galileo attende a tener duro con lo star là su. Annibale dice haver fatto una grossa spesa. Nel resto ognuno vede et sa che vi hanno tenuto una pazza vita. Io ricevei ordine di pagarli il danaro che occorreva per le sue spese. Annibale dice che non ha tenuto altro conto che quello che io credo egli manderà a V. S., cioè a occhio e croce.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





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