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      Dico bene nondimeno che l'uso pratico della mia invenzione non è più difficile che molt'altri che da migliaia e migliaia d'uomini sono appresi e esercitati; anzi, stando nella marinaresca stessa, dico che non è più difficile che l'uso della carta e del pigliar la distanza dalla linea, cioè la latitudine, per via di stelle fisse o del sole, col mezzo della balestriglia e coll'intervento delle tavole del moto e della declinazione del sole, operazioni giornalmente esercitate da' marinari. Di più, siccome nell'osservare puntualmente i movimenti di queste stelle, e nell'applicargli all'uso del descrivere con somma esquisitezza tutte le carte geografiche e nautiche, io ho superato tutte le difficoltà, sicchè nulla ci è da desiderare, essendo operazioni che si fanno in terra col mezzo dell'occhiale o telescopio da me trovato per tale uso, così ho anco trovati mezzi da poterle fare in nave, rimediando al disturbo dell'agitazione dell'acque.
      Finalmente, perchè i trattamenti per lettere, per la distanza de' luoghi, sono lunghi, ed è bene che il negozio si abbrevi quanto si può, non mi permettendo nè l'età nè la robustezza del corpo che io mi prometta lunghe dilazioni, soggiugnerò a V. Ecc. quanto aveva pensato intorno al modo di effettuare questo negozio.
      Prima, non si potendo fare alcuna di queste cose senza l'osservazione delle nominate stelle, e non essendo queste nè visibili nè osservabili senza perfettissimi telescopi (chiamo telescopi questi occhiali con i quali io moltiplico la vista quaranta e cinquanta volte sopra la vista naturale), è necessario che io abbia ordine e tempo di farne fabbricare almeno un centinaio, per condurli costà, acciò sieno distribuiti a chi ne averà di bisogno.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





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