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      Divotis.mo e perpetuo Ser.reMalatesta Porta.
     
     
     
      1239.
     
      VIRGINIO CESARINI a [GALILEO in Firenze].
      Roma, 31 dicembre 1616.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VII, car. 257. - Autografa.
     
      Molto Ill.re Sig.r mio Oss.mo
     
      Mi giunse gratissimo l'arrivo del S.r Giovanni Ciampoli, unito con la cortesissima lettera di V. S., nella quale ella si mostra meco prodigo di quelle lodi che da me appresso lei non sono meritate se non in picciola parte, cioè mentre l'ammiro e formo giusto concetto di riverenza verso la dottrina che 'n lei ho veduto risplendere; la quale, ancorchè sia di materie sublimi e sopra la sphera degli intelletti vulgari, contuttociò viene da V. S. sì dolcemente dichiarata, che a me non si celò, ancorchè pochissimo esperto nelle mathemathiche, quando ella l'inverno passato mi honorava della sua desideratissima conversatione, in cui quanto maggiore conobbi la differenza de gli suoi ragionamenti dagli consueti, tanto superiore fu il concetto che mi restò impresso di lei; dal quale son sforzato, benchè lontano, a rivederla con l'osequio dell'inteletto spesse volte et a desiderarla presente, tanto più che la sanità più felice che ora godo mi renderebbe più atto ascoltatore delle sue contemplationi, da cui l'anno passato conobbi nelle sue visite un maraviglioso rimedio, che mi sospendeva l'animo dalle molestie della infermità. Ma già che a me non si concede questa fortuna, che bramerei sopra ogni altra, non mancherò spesso ne' ragionamenti, che abbiamo di continuo il S.r Ciampoli et io, di honorare con la nobile commemoratione di lei i nostri studi, poichè ambedue concoremo del pari in riverirla et a sottomettere gli ingegni ofuscati al suo chiarissimo lume, il quale non meno partorisce in me et in altri tenebre d'una ingenua et allegra confusione, di quello che asperga chiarissimi raggi di gloria al suo nome; il quale (se l'humiltà, congionta alla sua prudenza, le lascia scorgere sinceramente il vero) di già gode sicura caparra dell'inmortalità, mentre si è scritto nel cielo con stelle avanti non conosciute, e fra noi risuona seguito da infinite speculationi, intentate(658) ag[li] spiriti eminenti.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





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