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      Tutto suoG. F. Sag.
     
     
     
      1253*.
     
      PIETRO FRANCESCO MALASPINA a GALILEO [in Firenze].
      Parma, 18 aprile 1617.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIV, car. 124. - Autografa la sottoscrizione. Alla lettera facciamo seguire la scrittura inedita alla quale il mittente accenna, e che si legge a car. 126 del medesimo codice.
     
      Molto Ill.re S.r mio Oss.mo
     
      Non scrissi il dubbio ch'io proposi a V. S. in Pisa, per esser tanto tardi che non hebbi tempo di poterlo fare, essendomi sopragionto, doppo la partita di V. S., alcuni amici miei che m'occuporono per molto spatio di tempo. Glielo mando hora, con desiderio d'imparare quello ch'io confesso di non sapere; nè ho vergogna di palesare l'ignoranza mia, poichè viene congionta co 'l desiderio di scacciarla co 'l mezzo del sapere e della cortesia sua, della quale m'assicuro, poichè le persone che sanno devono desiderare di communicare il suo sapere, et io odo da tutti che V. S. è per sua natura gentilissima. Io per aventura le sarò spesso importuno, ma l'assicuro anco che non sarò meno desideroso di servirla, ove mi dia occasione di poterlo fare o io sappia di poterla incontrare. E le bacio per fine le mani.
     
      Di Parma, li 18 Aprile 1617.
      Di V. S. molto Ill.reS.r Galileo Galilei.
      Ser.re di corePietro Fran.co Malaspina.
     
      _______________
     
      Nella prova del fondamento delle mecaniche, distesa da Guido Ubaldo nel primo degli Equiponderanti alla prop.ne 6a(684), pare che quando s'arriva alla difficoltà principale cessi l'evidenza in tutto: perciochè, doppo lunghissima construttione, sempre approvata con distribuire magnitudini d'ugual grandezza e peso in spetie et in distanze eguali, e dessignar i centri delle gravità sì di ciascheduna come de' varii composti di loro, mostrando che il centro commune dell'aggregato sarebbe in C(685), quello del composto delle quattro S, T, V, X in E, dell'altre due Z, M in D, e che la proportione della distanza di D a C con quella di E all'istesso C è come la proportione della gravità del composto di S, T, V, X a quella del composto di Z, M, vuol conchiudere che se quando le magnitudini uguali stavano disposte in distanze uguali, e così facendo la magnitudine X la sua gravitatione di là dal punto di mezzo C, in compagnia delle altre due Z, M, contrapesanti le altre tre parti S, T, V, similmente disposte di qua dal C, allhora il centro commune, circa del quale si sono mostrate uguali ponderationi, era il punto C, l'istesso resti quando la magnitudine X s'intenderà trasferita di qua dal C, lasciando di là le sole Z, M, mutando la dispositione d'uguali momenti, con la quale sola si era provato il punto C esser centro di gravità di tutto l'aggregato, senza portare nova prova o dimostrare veruna difficoltà in cosa nella quale pare che consista il punto della dimostratione che in simil materia si dovrebbe fare.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





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