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      Se bene comprendo, le difficoltà che perturbano V. E. si riducono a due capi: l'uno è, che la mia operazione non si possa praticare in ogni tempo e a tutte le ore e da ogni sorta di persona, come, secondo che ella accenna, ricerca la necessità della navigazione; l'altra è, che l'uso dell'instrumento in nave, per la continua agitazione dell'acque, resti impedito e nullo.
      Quanto al primo, fondandomi sopra quello che, parte per mia coniettura, parte per esperienza, e parte per informazione di persone che hanno lungamente viaggiato per l'Oceano alle une ed all'altre Indie e diligentemente osservate le pratiche e maneggi marinareschi, dico primieramente che il prender la longitudine non può aver bisogno di maggior frequenza di quel che s'abbia l'osservazione della latitudine, la quale, facendosi per via di strumenti mattematici, come l'astrolabio e la balestriglia, non si può fare nè in tempi nuvolosi nè nelle gran commozioni del mare; nè perciocchè ella non possa ad ogn'ora esercitarsi, vien disturbata e messa in disuso. Ma più parmi che non solo non sia assolutamente necessario d'ora in ora, ma nè anco di giorno in giorno, osservare nè la longitudine nè la latitudine; perchè se, v. g., fatta in questa ora l'osservazione, ci troveremo, per esempio, lontano venti gradi dalla linea, sapendo poi che ogni sessanta miglia ci danno un grado di latitudine, e più conoscendo i marinari esperti assai aggiustatamente quanto cammino per ora con questo e con quel vento si faccia, e vedendo dalla bussola verso che parte si muovono, poco potranno deviare dal vero in un giorno o due nel prescrivere la latitudine; anzi di presente, non potendo loro prender giammai la longitudine, si regolano in questo solo colla coniettura, che pigliano da una diligente osservazione del viaggio che d'ora in ora fanno colla qualità de' venti che gli soppraggiungono; la qual coniettura siccome in due o tre giorni non devierebbe esorbitantemente dalla vera precisione, così nel corso di settimane o mesi l'errore si fa notabile e grandissimo: e però nel Mediterraneo, dove i vascelli non restano mai molti giorni senza scoprire terreno cognito, si naviga anco senza l'uso della latitudine, coll'uso della bussola solamente e col coniettural viaggio che si fa colle diversità de i venti che vanno spirando.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





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