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      Feci dunque portare molta cenere della migliore ben pesta, et con sedaccio sottilissimo ne cavai di lib. 200 sole lib. 100, et poi di queste in un'altra sedacciata la metà, et questa fatta passare la terza volta, ridussi in lib. 16 alla sottile. L'istesso feci di giara macinata del Tesino, cavandone lib. 15; et mescolate queste due materie sottilissime et quasi impalpabili, le feci passare per sedaccio quattro volte, sichè la mistione fosse fatta esquisita. Poi la mandai a Murano a fare la frita; questa fatta, fu macinata nella macina dalli colori, et poi sedacciata due volte, et poi posta nel padelino. Ma perchè hanno queste operationi similitudine con le alchimistiche, però il diavolo fece andar fuori il padelino, nè se ne è potuto veder la esperienza desiderata, e tanto maggiormente che hoggi si cava il fuoco dalle fornaci, che staran ociose tutte fin Ottobre. Vi entra nel vetro il manganese, nel che mi riportai al vetraro che n'ebbe la cura, avvertito da me per ottenere la necessaria omogeneità. La settimana ventura mi abboccherò con questi principali da Murano, et li scriverò alcun altro particolare in questo proposito, acciò faccia costì la sperienza, promettendole che riuscendo buona la materia, qui farò lavorarla esquisitamente da M.o Antonio et altri ancora, nè mancheran forme d'ogni sorte e squisitissime.
      Io sono in villa: questa sera sarò a Venetia; farò tutte le sue salutationi. Il P.re Maestro(881) sta benissimo; così ancora il S.r Veniero et Mula e il S.r Cavalli.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





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