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      Similmente non so vedere che difficoltà sia il dire che Chi diede il moto regolare a' pianeti lo habbia dato alla cometa [**], e che l'andare ritardando di essa nel suo moto possa procedere overo perchè il circolo del suo viaggio sia a noi eccentrico, overo perchè, per la ragion sudetta, quanto più essa si va dissolvendo e rarefacendo, tanto maggior resistenza le venga fatta dall'ambiente.
     
      [**] In tutte queste proposizioni non cade difficultà veruna; anzi quando quello che ho detto io, repugnasse a questo, bisognerebbe reputarlo non solamente per falso, ma per eretico. Dico pertanto che non solamente tutte queste cose si posson dire, ma che questo è il più facile, semplice e spedito modo di risolver questi e qual si sieno altri più difficili problemi.
     
      In quanto alla coda, l'esser sempre opposta al sole, mi par pure che troppo chiaro ci dia a divedere ch'essa non sia altro che i raggi del sole che per lo corpo della cometa siano trappassati, il che a' pianeti non adviene per la opacità loro. Il dubbio mi pare, in questo fatto, che sia onde avenga che si vedano i raggi che hanno trapassato per la cometa, e gl'altri no. Io crederei ciò avenire, prima perchè i raggi si tingono facilmente del colore de i corpi per li quali passano, il che si conosce da quei che passano per diversi vetri di varii colori; 2° perchè tanto più si fanno sensibili, quanto che son tinti di color più chiaro, cioè più bianco. Presupposto questo, non ha dubbio che la notte si riflettono raggi del sole dalle varie parti dell'ampia materia che occupa la immensità del cielo; ma poco ci si fanno sensibili, perchè, oltre la rarità d'essa materia, non vengono essi tinti di color alcuno; dove quei ch'han passato per la cometa, e del colore bianco di essa si son colorati e divenutine bianchi, ci si rendono sensibili.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687