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      Mss. Gal., P. VI, T. X, car. 94. - Autografa.
     
      Ill.re et Ecc.mo S.r mio Oss.mo
     
      È possibile che V. S. m'habbia posto talmente in oblivione, che non mi vogli far degno, doppo tanto tempo, di due sue righe? Io gli ho scritto più di 4 lettere(63), nè è stato possibile c'habbia potuto haver risposta d'alcuna di esse. Mi ricercò d'alcuni semi di meloni di questi paesi: io glieli mandai; nè pur di questi ho saputo mai niente. Ho deliberato di far come solevano fare certi uccellatori al tempo che s'adopravano le ballestre con li bolzoni, in luogo delle quali sono successi adesso gli arcobugi: hor questi, quando tiravano ad un uccello, guardavano dove cadeva il bolzone, per andarlo a recuperare; se non lo trovavano, sparavano un'altra volta all'istesso luogo la detta ballestra con un altro bolzone, per vedere se, con avertire la caduta di questo secondo, potevasi ritrovare il primo; et alle volte occorreva che lo trovavano, e qualche volta perdevano e l'uno e l'altro. Vengo all'applicatione: io le mandai già alcuni semi di meloni, de' quali mai ho havuto risposta; hor essendomene mandati alcuni di Spagna da un mio nepote che si ritrova a Madrid, ho voluto mandarne un pochi a V. S.: chi sa che questi non mi facci venir la risposta anco de gli altri. Mi scrive che sono eccellentissimi e durano buoni tutto l'inverno: mi sarà caro che le riusciscono.
      Ho inteso che V. S. ha fatto un trattato sopra la cometa(64), et io non ho havuto gratia di vederlo. Non sento n'anco più niente de gli effetti mirabili del suo cannocchiale.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIII. Carteggio 1620-1628
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 592

   





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