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      Che è quanto devo dirle; et per fine qui resto con aspettare qualche suo comandamento, e le bacio con ogni affetto maggiore le mani.
     
      Di Fabr.no, li 4 di Aprile 1620.
      Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maSer.re Aff.mo
      Francesco Stelluti.
     
     
     
      1457*.
     
      ZACCARIA SAGREDO a GALILEO in Firenze.
      Venezia, 14 aprile 1620.
     
      Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXXVIII, n.° 95. - Autografa la sottoscrizione.
     
      Molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Oss.mo
     
      Mi dariano grande occasione le lettere di V. S. molto Ill.re, colme non meno della sua gentilezza et amorevolezza che della sua pietà verso la mia afflittione, di discorrere più a dentro della perdita fatta da me per la morte del suo et del mio amorevolissimo fratello, il Sig.r Gio. Francesco; ma il rinovare il commun dolore è cosa troppo molesta. Dirò pur che V. S. molto Ill.re mi ha toccato nel vivo rammemorandomi l'affettione, l'unione et la conformità, che teneva con esso Sig.r mio fratello; sì come mi ha in estremo consolato coll'attestatione dell'haver trasferito in me quell'amore ardentissimo che ella gli portava. Consolatione grandissima appresso ho ricevuta nel veder il desiderio che tiene di mirar ancora presentialmente questa casa, per consolarsi nella posterità mia delle passate perdite, la quale in vero, quando che piaccia a Dio di non levarle la propria custodia, potrà in qualche parte per aventura sollevare il nostro travaglio. Sette sono li figliuoli che Dio mi ha dati, onde ho potuto rinovare li nomi di miei vechi abbondantemente, cioè di Niccolò, Paolo, Gio.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIII. Carteggio 1620-1628
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 592

   





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