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      Ma mi creda certo ch'è miracolo ch'io possi far studio di momento, così per non haver compagnia, come perchè, ritrovandomi alla patria, dove sono questi vechi che da me aspettavano un grande progresso così nella teologia come nel predicare, può pensare come mi sopportino mal voluntieri così affetionato alle matematiche. Pure non sarà mai vero ch'io m'affettioni ad altro studio, perchè conosco questo esser la vera strada d'imparare. Ho qualche comercio con persone che ne hano più che mediocre cognitione, ma in somma non posso mai trovare quella sodisfattione ch'io desidero et ch'io havevo in cotesti paesi. Iddio mi conceda una volta di poterla rivedere e rigodere, chè hora credo sarei al proposito per esser suo discepolo: pure patienza, s'io non potrò così presto, come vorrei, ottenerlo. Almeno la voglio pregare che nascendoli occasione di favorirmi in qualche impiego, si vogli degnare di farlo, perchè, oltre che mi farà cosa gratissima, mi darà anco insieme occasione di accendermi maggiormente et anco di manifestare la sua dottrina, che merita d'esser anteposta a tutte l'altre, come che sii un naturalissimo ritratto della natura, dove le altre sono apunto come l'imagini che, riflesse nell'aqua molto agitata, apparendo in varie maniere et in diversi pezzi, a gl'occhi de' riguardanti riescono un confusissimo dissegno. E pure il secolo è tanto guasto, che, già dalla consuetudine di aprender in tal guis'ingannato, pur apresentatoli sì nobil tavola, o non cura di riguardarla, o, da maligno affetto sospinto, la riguarda solo per mascherarla co' suoi figmenti.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIII. Carteggio 1620-1628
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 592