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      Bromant et mi diede la gratissima di V. S. insieme con l'occhiale, li feci risposta(157) et la diedi qui ad un amico mio, il quale si chiama il S. David Bustanzi, acciò la mandasse costì a bon recapito et fossi data in mano a V. S., siando lui mercante et continua negotii costì con li Sig.ri Niccolò Gianni e Lorenzo Segni; et mi ha rifferto haverlo fatto et haverla raccomandata assai, acciò non si smarrisca. È vero che non ha ancora havuto risposta di questo: V. S. sarà contenta di farla ricercare in casa di costoro, se non l'ha ancor ricevuta, che pur mi parrebbe strano, acciochè la veda ch'io sono sempre desideroso di far conoscere a V. S. ch'io tengo molto a cuore et molto stimo quello viene di sua mano. Hieri il S.r Gio. Bromant mi disse che volea partir domani per costì, et con questa occasione non ho voluto mancare di scriverli, per ricordarmeli servitore et amico, piacendomi molto di intender bone nove di V. S. et di sua casa, che piaccia a N. S. di conservarla, come desidero.
      Circa l'occhiale, li feci far subito un canone, et conforme il filo che V. S. mandò, trovai la vista, et godo assai di haver un occhiale di mano di V. S., se bene, come la mi scrive, non è della multiplicazione del suo, ma nè anche di quello che ho visto in Francia: et come gli ho scritto, tutti li miei traguardi cavano vista dal vetro grande di V. S., che mi parve assai; et la longhezza de' miei canoni è quasi l'istessa del suo, se bene i miei convessi non credo siano fabbricati con tanta diligenza come quel di V. S. Come gli ho scritto, io vorrei pur vedere se si potessi arrivare ad haver un vetro grande convesso, per veder l'oggetto più grande et chiaro, perchè io ne ho uno fatto in Inghilterra, havendolo commesso ad un amico che andò a spasso là, dandoli una misura come questa che mando qui inclusa(158). Lui mi portò un canone assai longo, con un vetro grosso, però tanto chiaro et così dolce alla vista, che il mio occhio lo passa così facilmente come se fosse di un specchio ordinario; et quando io scopro la luna, io vedo tutto il corpo intiero, et insieme vedo le Virgilie tutte in tratto, cosa che quando i vetri sono piccioli, con travaglio si vedono queste: et circa la multiplicazione, lui multiplica assai, ma non tanto come quello ho visto in Francia.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIII. Carteggio 1620-1628
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 592

   





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