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      Stamattina ho inteso dal nostro fattore che V. S. si ritrova in Firenze indisposta: et perchè mi par cosa fuora del suo ordinario il partirsi di casa sua quando è travagliata dalle sue doglie, sto con timore, et mi vo immaginando che habbia più male del solito. Per tanto la prego a darne ragguaglio al fattore, acciò che, se fossi manco male di quello che temiamo, possiam quietar l'animo. Et in vero, che io non m'avveggo mai d'esser monaca, se non quando sento che V. S. è amalata, poi che allora vorrei poterla venire a visitare e governa[r] con tutta quella diligenza che mi fossi possibile. Horsù(254), ringratiato sia il Signore Iddio d'ogni cosa, poi che senza il suo volere non si volta una foglia.
      Io penso che in ogni modo non gli manchi niente; pure veda se in qua[l]che cosa à bisogno di noi, e ce l'avvisi, chè non mancher[e]mo di servirla al meglio che possiamo. In tanto seguiteremo (conforme al nostro solito) di pregare nostro Signore per la sua desiderat[a] sanità, et anco che gli conceda la sua santa gratia. Et per fi[ne] di tutto core la salutiamo, insieme con tutte di camera.
     
      Di S. M.o, li 17 d'Agosto 1623.
      Di V. S.
      Aff.ma Fig.laSuor M.a Celeste.
     
      Fuori: Al molt'Ill.re Sig.r Padre mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
      Firenze.
     
     
     
      1568*.
     
      VIRGINIO CESARINI a GALILEO [in Firenze].
      Roma, 18 agosto 1623.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VIII, car. 193. - Autografi la sottoscrizione e il poscritto.
     
      Molto Ill. Sig.r mio P.rone Oss.mo
     
      La lettera di V. S. m'ha fatto diventare un Arpocrate; sì le sue allegrezze hanno accresciute le mie consolazioni.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIII. Carteggio 1620-1628
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 592

   





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