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      La 3a sarà, che un regolare non sarà mai tanto ignorante che non sappia molto più che uno di questi tali; o se(320) non saprà, non andrà almanco, per ogni minimo caso che fra di noi occorra, a dimandar consiglio in vescovado o altrove, come si deva portare o governare, come tutt'il giorno fanno questi preti, ma ne addimanderà a qualche Padre letterato della sua religione; e così lo nostre cause si sapranno in un convento solo, e non per tutto Firenze, come si sanno al presente. Doppo che, se non altro per esperienza, saprà benissimo un frate i termini che deva tener con monache, acciò che vivino più quiete che sia possibile; dove che un prete, che vien qui senza haver, si può dir, cognition di monache, ha compito il tempo determinato di 3 anni, che ci deve stare, avanti che abbia imparato quali siano gl'oblighi et ordini nostri.
      Non domandiamo già più i Padri di una religione che d'un'altra, rimettendoci nel giuditio di chi ne impetrerà e concederà tal gratia. Ben è vero che quelli di S.ta Maria Maggiore, che molte volte sono venuti qui per confessori straordinarii, ci hanno dato gran satisfatione, e credo che sarebbano più il caso nostro: prima, per esser Padri molto osservanti et in buona veneratione; e doppo questo, perchè non ambiscono a gran presenti, nè si curano (essendo usi a viver poveramente) di far una vita esquisita, come altri d'altra religione ànno voluto, quando ci son venuti, e come fanno i preti che ci son dati per confessori, che, venendo qui per 3 anni soli, in quel tempo non cercano altro che l'utile et interesse proprio, e quanta più roba posson cavar da noi, più valenti si riputano.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIII. Carteggio 1620-1628
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 592

   





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